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Cari lettori, 

chi vi scrive è un uomo fortunato, che ha avuto la possibilità – ormai sempre più rara – di vivere e lavorare nel Mezzogiorno d’Italia, lo splendido luogo in cui ho avuto la ventura di nascere e crescere umanamente e professionalmente. Ho i piedi ben saldi sul mio territorio, ma l’amore viscerale che mi lega a questa terra non mi ha mai tolto la voglia di guardare oltre. 

Il lavoro mi ha insegnato, talvolta con forza, quanto la quotidianità possa essere difficile per chi decide di restare al Sud e di scommettere su quel possibile sviluppo ancora lontano dall’essere concretizzato. Non mi ha sorpreso, pertanto, la crescita esponenziale del numero di giovani che sempre più, in questi anni, sceglievano di abbandonare questa terra. 

Non mi ha sorpreso, ma mi ha addolorato, perché ha acceso i riflettori su una generazione ingiustamente divisa tra chi possiede mezzi e strumenti e chi ne è sprovvisto. 

Il mio impegno nasce dalla volontà di non lasciare più nessuno indietro. 

Ho sempre servito la mia comunità, ma la necessità di un percorso partecipato e condiviso ha progressivamente indicato una strada che si è fatta via via più concreta. Da questa esigenza nasce la Fondazione Picentia, strumento e voce dei giovani, che della nostra porzione d’Italia rappresentano la parte migliore e il potenziale inespresso. 

Avrei potuto costituire una semplice associazione, il percorso sarebbe stato sicuramente più agevole e rapido. Ho preferito, invece, lanciare il cuore oltre l’ostacolo, per contribuire nel mio piccolo a contrastare quei fenomeni alla base dell’impoverimento e dello spopolamento delle regioni del Sud, Campania compresa. Andando oltre gli interventi di filantropia da XXI secolo, per tentare di incidere concretamente, anche attraverso la collaborazioni con altri enti e istituzioni, sui processi di sviluppo socio-economico e culturale del territorio. Sono fermamente convinto che oggi più che in passato servono degli acceleratori in grado di incentivare scommesse coraggiose. E le Fondazioni possono rappresentare forse il più rilevante di questi acceleratori, perché “possono permettersi la pazienza di allestire una massa critica di sperimentazioni” e “concedere loro un tempo di incubazione abitualmente non consentito”, oltre che “gestire una funzione di accompagnamento allo sviluppo di queste nuove forme di vita”.

Iniziative, progetti, opportunità, dibattiti: più che dalle irreali promesse di futuro, il Sud è sostenuto già da un presente fatto di storie che ne raccontano il virtuosismo, la competitività, l’eccellenza. A noi spetta raccontare queste storie così come le abbiamo raccolte.

Sud, Europa, Giovani: queste le tre parole chiave che meglio raccontano il percorso della Fondazione Picentia. 

Sud, perché è il luogo da cui siamo partiti e a cui sempre torniamo. 

Europa, perché è l’idea di futuro in cui riponiamo i nostri sogni. 

Giovani, perché sono il treno su cui quei sogni viaggiano. 

Sono pronto a fare la mia parte per realizzare questo. Da imprenditore, da uomo del sud, insieme a donne e uomini che intendano costruire una vera democrazia delle opportunità. 

Giuseppe Bisogno

Presidente Fondazione Picentia

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