Vai al contenuto

L’editoriale del Presidente del comitato scientifico

  • di
raimondo pasquino

Le finalità della Fondazione Picentia sono state raccolte in uno statuto che risponde in tutto e per tutto alle esigenze dei giovani. Oggi il Mezzogiorno rivendica una maggiore attenzione e la dimostrazione di tale necessità è evidente se si pensa alla Sanità del Sud, che anche in occasione della pandemia si è dimostrata penalizzata.
Da oltre trent’anni il Meridione non è più nell’agenda degli impegni dei governi: questo periodo ha avuto inizio nel momento in cui si è imposta la chiusura della Cassa del Mezzogiorno, con la quale era stato in parte infrastrutturato il territorio. Oggi le infrastrutture sono assenti e vi è la necessità di azioni concrete finalizzate a migliorare il mondo del lavoro e a dare la possibilità al Sud di agganciare uno sviluppo che è, tuttora, molto limitato.

In tutto questo un ruolo fondamentale è rivestito dall’Europa, le cui opportunità messe in campo attraverso collegamenti tra strutture. Di questo processo la Fondazione Picentia potrà essere promotrice e darà la possibilità ai giovani di formarsi e di tornare con un bagaglio ricco e pronto a cogliere nuove occasioni. A rivestire un ruolo fondamentale è il Campus di Salerno, che mette insieme competenze diverse e che è in grado di dimostrare all’Europa di poter fornire la giusta formazione alle generazioni future.

Abbiamo l’esigenza di dimostrare come Sud che condividiamo le parole pronunciate da Papa Francesco al governo quando ha parlato di povertà, la stessa che tocca con mano attraverso la rete di solidarietà che la Chiesa ha costruito su tutto il territorio. Stesso discorso per quel che concerne la vendita delle armi, che il pontefice ha stigmatizzato.
Oggi non si parla più di ambiente, di infrastrutture, di finanziamenti alla ricerca e alla formazione, di edilizia sanitaria e di trasporti pubblici. Non c’è più una politica dell’acqua: le nuove generazioni devono immaginare che le risorse idriche saranno sempre meno. E’ perciò fondamentale mettere in campo una politica capace di ridurre i consumi e di rispondere ai bisogni antropici. Gli anziani hanno fatto la loro parte, ora tocca ai giovani: mettiamoli nelle condizioni di poter seguire insegnamenti migliori e di portare messaggi positivi nella società del futuro: un futuro di solidarietà e di condivisione delle esigenze, che sia privo di egoismi, individualismi e consumismi.

 

di Raimondo Pasquino 

Professore emerito di Teconologie industriali dell’Università di Salerno e Presiente del Comitato Scientifico della Fondazione Picentia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *